Col passare degli anni abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione tecnologica delle neuroscienze grazie anche alla scoperta di tecniche raffinate come la tomografia a emissione di positroni e imaging di risonanza magnetica, che consentono di osservare il cervello vivente nei più “reconditi” dettagli, individuando, inoltre, i più intimi e inestricabili rapporti esistenti tra neurochimica e comportamento umano.
Grazie a questa fondamentale svolta scientifica è emerso che l’ansia ha basi biologiche e si può asserire che è un’emozione naturale che nasce quando si percepisce una situazione o un evento come pericolosi per l’incolumità fisica e psichica. La sua comprensione è stata affinata nel corso della storia attraverso il duro lavoro di neuroscienziati e, nell’ampio settore delle neuroscienze, si è giunti a una revisione quasi totale della neurobiologia. Quello che si annuncia sempre più insistentemente è una sorta di ribaltamento interpretativo circa il rapporto tra mente e cervello: difatti, il cervello ha assunto una “priorità” che prima non esisteva. “Il cervello trionfa sulla psiche” è il titolo col quale i giornali, nel maggio 1992, hanno seguito il clamoroso congresso di Washington, organizzato dalla American Psychiatric Association. È comunque da sottolineare che negli Stati Uniti il cervello aveva già trionfato e vinto la battaglia sulla mente. Da questo momento nasce la “Decade del cervello”. Le ricerche e le scoperte fondamentali a livello cellulare e molecolare stanno sempre di più chiarendo il ruolo del cervello nella traslazione di eventi neurofisiologici in comportamenti, pensieri ed emozioni.
Tornando all’ansia, possiamo asserire che i sintomi, così come le cause, possono variare da individuo a individuo e includono tensione muscolare, sensazione di agitazione, variazioni della frequenza cardiaca, sudorazione eccessiva, pensieri catastrofici, difficoltà a concentrarsi, sensazione di paura e disturbi del sonno. Questo disturbo emozionale generalizzato, se non diagnosticato nel modo corretto, può avere un impatto significativo sulla salute fisica e mentale. Riconoscerne i segni e imparare a gestirlo in modo efficace può aiutare a migliorare il benessere personale e la qualità della vita.
Chiediamo un approfondimento al Prof. Vito Covelli, neurologo noto nell’ambiente scientifico internazionale, specializzato in malattie del sistema nervoso, molto esperto nel campo delle neuroscienze, grazie al quale esploreremo il fenomeno in dettaglio, comprendendone cause, sintomi e rimedi.
«L’ansia – spiega il Prof. Covelli – è un’emozione comune che tutti sperimentiamo a un certo punto della nostra vita. È un disturbo emozionale della sfera emotiva che è sempre esistito e che si manifesta con sentimenti di preoccupazione, paura e tensione. È una risposta adattativa indispensabile al nostro organismo che ci prepara ad affrontare situazioni stressanti o pericolose. Quando ci troviamo di fronte a una minaccia, reale o puramente immaginata, il nostro corpo rilascia adrenalina e molti altri neurotrasmettitori, aumenta la frequenza cardiaca e prepara i muscoli per la fuga o l’attacco. Quando siamo ansiosi, infatti, il nostro corpo scatena una sequenza di reazioni comportamentali e fisiologiche che hanno il potere di “paralizzarci”. Riconoscerla come una delle condizioni mentali più comuni al mondo, consente di non averne paura. L’identificazione del tipo e la comprensione di cause e rimedi rappresentano il primo passo per affrontarla. Solo un’accurata valutazione medica può aiutare a capire la gravità dei sintomi e la pianificazione del trattamento adeguato. Sebbene sia una reazione naturale allo stress, può diventare debilitante quando si verifica in modo eccessivo o ripetuto, trasformando la vita in una sofferenza e in un’angoscia legata ad una paura immotivata. È dunque necessaria una distinzione sostanziale tra l’ansia fisiologica e patologica, le cui differenze riguardano principalmente l’intensità, la durata e l’impatto sulla vita quotidiana.
L’ansia fisiologica è una risposta adattativa e temporanea del corpo a situazioni di stress, sfide o pericoli. Può aiutare una persona a rimanere vigile e a prendere decisioni rapide in situazioni di emergenza. Ha di solito una durata limitata e diminuisce una volta che il frangente stressante o minaccioso è passato. Generalmente è proporzionata al contesto e alla gravità della minaccia. In altre parole, si verifica in risposta a una situazione che giustifica preoccupazione e allarme. I sintomi fisici e psicologici associati sono moderati e gestibili. L’ansia patologica, invece, è un disturbo emozionale caratterizzato da una risposta psicobiologica eccessiva e persistente, che impatta negativamente sulla vita quotidiana: molta gente ha paura della morte, ed è affetta da un’ansia cronica che trasforma la vita in una lunga attesa dell’evento finale. Le persone con disturbi gravi possono sperimentare ansia intensa anche in situazioni che non costituiscono una vera minaccia. È persistente e si protrae per un periodo prolungato, anche quando la situazione stressante è risolta. Impatta significativamente sulla vita quotidiana, interferendo con il benessere generale. I sintomi associati possono essere gravi e includere attacchi di panico, tachipsichismo, pensieri ossessivi e altri disturbi concomitanti come la depressione. Tachicardia, bocca secca, mani fredde, sensazione di sbandamento, un affollamento di idee, un susseguirsi di un flusso così rapido di pensieri che provoca confusione. In questi casi è assolutamente consigliato un consulto medico per evitare un break-point che possa tramutare l’ansia in una vera e propria difficoltà di vivere. L’ansia – conclude il prof. Covelli – esiste e aumenterà perché, in questo particolare momento storico, la gente non comunica in maniera adeguata e vive in modo virtuale per un’eccessiva dipendenza dai social media (telefonini, smartphone, internet, social network…). Il consiglio consiste nell’affidarsi esclusivamente a medici competenti che abbiano effettuato un percorso scientifico e di ricerca provato da pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali impattate. Il professionista giusto è colui che è in grado di coinvolgere il paziente nel processo di informazione e accettazione, evitando, laddove non strettamente necessario, sia l’abuso di ripetuti esami diagnostici che un ricorso continuo a psicofarmaci. La nostra professione, che è tra le più belle al mondo, si basa sull’osservazione, sull’ascolto e sulle evidenze cliniche che emergono da una visita neurologica accurata. Scegliere e affidarsi ai professionisti che considerano la semeiotica – disciplina medica che ha per oggetto il rilievo e lo studio dei segni – come la base della professione, condurrà alla diagnosi corretta. In questo modo avremo una sempre minore richiesta di esami clinici e strumentali inutili che impattano fortemente sulla spesa Pubblica e che creano un’ansia di attesa da parte dei pazienti che in questo modo si sentono sempre più “malati”».
La salute è un bene inalienabile ed è il primo traguardo di una società matura ed evoluta. L’auspicio è che la ricerca scientifica proceda sempre più velocemente e fornisca elementi sempre nuovi, utili preziosi ed essenziali, per una qualità della vita migliore e idonea a fronteggiare le enormi difficoltà del momento che stiamo vivendo.
Il Prof. Vito Covelli ha ricoperto importanti ruoli dirigenziali e accademici nei più prestigiosi Centri di Ricerca e Università, in Italia e all’estero, in una vasta rete di collaborazioni con ricercatori in neuroimmunologia, neuropsicofarmacologia e neurochimica. Tra questi, solo per citarne alcuni, Lennart Levi (Karolinska Institutet), Prof. Rodolfo Amprino (Bari), Baltrusch (Germania) e numerosi altri prestigiosi ricercatori. Ha espletato le sue conoscenze e i propri studi nelle principali Università e Centri di Ricerca, non solo in Italia ma anche all’estero. Autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche e relatore in numerosi congressi nazionali e internazionali, ha svolto attività di ricerca presso la Georgetown University di Washington D.C., dove si è dedicato allo studio del D.B.I. (diazepam binding inhibitory) ovvero la “proteina” dell’ansia. Ciò non esclude la preziosa opera svolta da psicologi, psicoterapeuti, psicanalisti e psichiatri.
Info:
Prof. Vito Covelli
www.vitocovelli.it
Via Principe Amedeo, 25
70120 Bari (BA) 0805234901 – 333 888 1999
Salute & Prevenzione
La Repubblica ed. Bari
4 Dicembre 2023